Il filare di Vite e gli Olmi
FORME DI LAVORAZIONE DELLA VITE: UNA GUIDAPer un vigneto sano e produttivo







Le forme d’allevamento della vite si possono classificare in vari modi. Ad esempio in base all’altezza dei tralci (cioè i rami di un anno della vite), a seconda di come la vegetazione è disposta nello spazio (a controspalliera o a filare, a chioma libera o a cortina, in volume, a tetto), rispetto al tipo di potatura necessaria (corta, lunga o mista), secondo se siano meccanizzabili o no oppure distinguendo fra tradizionali o moderne.
Alcune tra le principali: maritata, ad alberello, a pergola, a tendone, Guyot, doppio capovolto, cordone speronato, cordone libero, Sylvoz, Casarsa, GDC….



L’olmo e la vite: matrimonio ormai sciolto
Un tempo si poteva leggere che “la vite si maritava con l’olmo”. Un tempo andato perché oggi i sostegni ai moderni filari di viti sono fatti con pali di legno appositamente tagliati e impregnati per meglio poter durare nel tempo, se non si tratta di sostegni artificiali.
Le prime testimonianze scritte in proposito sono quelle di Columella e di Catullo che chiamava “vedova” la vite disgiunta dall’olmo.
Catullo non è rimasto il solo fra i poeti latini ad usare l’unione fra l’olmo e la vite come metafora di “unione necessaria” all’amore: Marziale, poeta diseguale per l’intonazione varia dei suoi versi, dal salace al nostalgico, dal lascivo al didascalico, descriveva così l’affetto degli sposi.
Una corona di vite, un ramo d’olmo ed un alcione poggiato sul braccio sono gli ornamenti con cui il mito classico ha rappresentato in forma di figura l’unione matrimoniale ed un amore indivisibile.
Nella vita agricola l’olmo ha rappresentato fino a non molti anni fa un’insostituibile risorsa alimentare per il bestiame perché quando si diceva genericamente “fare la foglia” significava raccogliere questo tipo di foglie. Le foglie d’olmo erano considerate un ottimo integrativo ai foraggi verdi per l’alimentazione dei bovini soprattutto per le vacche in lattazione. Oggi la validità di questo alimento non è messa in discussione, ma è divenuto più difficile poterne disporre in quantità significativa ed il costo di raccolta si rivela sicuramente antieconomico.
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