Per Pasqua Il Sabato Santo vi era però un altro rito: le massaie preparavano le uova da benedire ornandole di ramoscelli d’ulivo e le portavano in parrocchia dentro cestini o grandi tovaglioli. Quelle stesse uova sarebbero state consumate sode, a digiuno oppure utilizzate durante il pranzo della domenica: per le minestre, con il riso e con il salame. Soprattutto nei quartieri popolari o in campagna, poi, i bambini le usavano per giocare “a scuzzatt”, ovvero battevano tra loro le rispettive uova sode; colui o colei cui rimaneva in mano un uovo integro risultava il vincitore: voleva dire che il suo aveva avuto il guscio più resistente. Finalmente, poi, arrivava il pranzo domenicale: profumatissimo brodo con tortellini o con passatelli; bollito e salse; per chi poteva, anche l’agnello. E i dolci? Ciambella e zuppa inglese non potevano mancare assolutamente. Per i bambini più fortunati c’erano anche agnellini e ovini di zucchero, che facevano bella mostra nelle vetrine delle latterie. Altro che colombe in tutte le varianti possibili e immaginabili; uova, galline e conigli di cioccolata come oggi!
Tra maggio e madre esiste un nesso che sprofonda le sue origini nella protostoria. Risale agli antichi veneti il culto di una divinità femminile come personificazione della terra, dell’abbondanza e della fertilità richiamata dalla stagioneA maggio l’arrivo della primavera, che nei mesi precedenti era stato solo un leggero accenno, una promessa, diventa viva conferma. Il […]
Rosa variegata di Bologna Una rosa rampicante di un bel colore rosa incarnato, molto profumata, ibridata a Bologna e chiamata “Garisenda”, vinse nel 1911 il primo premio alla Esposizione internazionale di floricoltura di Firenze. Portò onore e fama alla Società di Gaetano Bonfiglioli, avviata nel 1883 in via Galliera. Dal 1905 la ditta, passata dopo la morte […]