Le balle di fieno, composte da erba essiccata, vengono raccolte e immagazzinata ai fini di alimentare animali da allevamento, in particolare bovini, equini, caprini e ovini.
Anche piccoli animali domestici come conigli e piccoli roditori possono mangiare fieno. Soprattutto per i conigli l’alimentazione corretta è a base di fieno, senza cereali, pane, pellets o quant’altro. Il fieno per i conigli rappresenta l’alimento principe, importante anche per mantenere una corretta masticazione, consumando i denti ed evitando problemi di malocclusione. Sconsigliato invece per i suini, che non digeriscono bene le fibre vegetali della pianta.
Il fieno viene usato come alimento anche quando non ci sono abbastanza pascoli a disposizione, a causa delle condizioni climatiche avverse, come in inverno oppure dove sono carenti i pascoli disponibili come nelle zone a coltivazione agricoltura intensiva.
Il fieno viene tagliato e raccolto più volte nel corso dell’anno. A seconda del periodo in cui avviene questa operazione, prende nomi diversi:
fieno di primo taglio, meno pregiato
fieno di secondo taglio, quello più pregiato
fieno di terzo taglio è invece quello con qualità nutritive inferiori.
“Il Matto delle Giuncaie” è un vino di grande pregio, ottenuto da uve sangiovese di un unico cru, che viene fatto maturare 12 mesi in piccole botti di rovere francese e poi affinato per almeno 3 mesi in bottiglia. Vino Il Matto delle Giuncaie http://www.newsfood.com La villa Medicea di Dianella risale alla fine del XVI […]
A Constellation Brands il 100% di Ruffino: Il gruppo statunitense Constellation Brands ha annunciato lo scorso 6 ottobre di aver assunto il controllo totale della casa vinicola italiana Ruffino, dopo aver acquisito da Mpf International la quota restante del 50,1% con un investimento di circa 50 milioni di euro (69 milioni di dollari) per il […]
Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio. Portiamo con noi la casa della nostra anima, come fa una tartaruga con la sua corazza. In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l’uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l’uomo deve poter […]
Originally posted on LUOGHI del LARIO e oltre …: … Era la gatta che guardava il fuoco che tu avevi messo nel tuo post. Ora sarà per sempre davanti al camino e anche tu e voi la custodirete nella memoria. Il suo corpo riposa nel campo, sotto il bamboo, che guarda il nostro orto, dove ogni…
L’agroecologia viene sempre più evocata come un paradigma in grado di assicurare, attraverso l’applicazione dei principi e dei concetti dell’ecologia alla progettazione e alla gestione di sistemi agroalimentari sostenibili, la produzione di cibo in linea con il rispetto dell’ambiente, della salute e dei diritti degli agricoltori e dei consumatori. L’obiettivo del rapporto “Agroecologia e PAC”, realizzato dal CREA Politiche e Bioeconomia nell’ambito delle attività della Scheda progetto CREA 5.2 “Azioni per l’agricoltura biologica” della Rete Rurale Nazionale 2014-2020, è quello di fornire una base conoscitiva sull’agroecologia e di avviare un confronto con le istituzioni, i ricercatori, il mondo agricolo e gli altri stakeholder sulla possibilità di introdurre l’approccio agroecologico nell’ambito del Piano strategico nazionale della PAC post 2022.
Le attività non agricole costituiscono una doppia opportunità: da un lato, permettono agli agricoltori di poter contare su un reddito supplementare, dall’altro, contribuiscono rafforzare la resilienza economica ed ecologica dell’azienda agricola.
Alla luce dell’analisi condotta le imprese multifunzionali italiane emergono come precursori dell’approccio agroecologico. A riguardo è difficile sostenere che gli imprenditori, in particolare i giovani, conducano le loro imprese sulla base di una pratica codificata di produzione, quanto piuttosto che questa si basa su una precisa scelta di cercare pratiche sostenibili alternative all’agricoltura convenzionale, di operare nel rispetto degli habitat, dei paesaggi, della biodiversità delle piante e degli animali e di prestare attenzione al recupero e al riutilizzo delle risorse naturali. L’apertura verso l’esterno, lo scambio e la sperimentazione, l’attenzione ai fabbisogni del territorio e della popolazione conferiscono alle aziende agricole multifunzionali un maggiore dinamismo che contribuisce al miglioramento dell’attrattività dell’area sostenendo l’economia locale e rafforzandone il senso di appartenenza.
Ad aprile è possibile iniziare la semina di tutti gli ortaggi che vorremmo raccogliere nel corso dei mesi estivi, anche nelle regioni solitamente dal clima meno mite, in cui la semina degli stessi all’aperto risultava sconsigliata nel mese di marzo. Ecco dunque giunto il momento di seminare pomodori, zucchine, melanzane e peperoni e di seminare o trapiantare le aromatiche, con particolare riferimento a prezzemolo e basilico. Dedicatevi inoltre alla semina di rucola a foglia larga o selvatica, lattughe e lattughino, in vista della preparazione di piatti freschi e salutari nei prossimi mesi.
La luna crescente è considerata il momento ideale per la semina di basilico, angurie, meloni, melanzane, peperoni, pomodori e zucchine, oltre che di carote e cetrioli. Nei giorni di luna crescente occupatevi di trapiantare lattuga, indivia, sedano, porri, fave e fagioli che avevate seminato al riparo in precedenza. Tra le erbe aromatiche potrete seminare in luna crescente salvia, timo, origano, coriandolo e erba cipollina. Se desiderate raccoglier erbe aromatiche e officinali da essiccare, dedicatevi a alloro, origano, prezzemolo, rosmarino, calendula, malva, tarassaco e timo.
La luna sarà crescente dal 13 al 26 aprile. Luna 🌒
“Il Matto delle Giuncaie” è un vino di grande pregio, ottenuto da uve sangiovese di un unico cru, che viene fatto maturare 12 mesi in piccole botti di rovere francese e poi affinato per almeno 3 mesi in bottiglia. Vino Il Matto delle Giuncaie http://www.newsfood.com La villa Medicea di Dianella risale alla fine del XVI […]
A Constellation Brands il 100% di Ruffino: Il gruppo statunitense Constellation Brands ha annunciato lo scorso 6 ottobre di aver assunto il controllo totale della casa vinicola italiana Ruffino, dopo aver acquisito da Mpf International la quota restante del 50,1% con un investimento di circa 50 milioni di euro (69 milioni di dollari) per il […]
Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio. Portiamo con noi la casa della nostra anima, come fa una tartaruga con la sua corazza. In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l’uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l’uomo deve poter […]
Originally posted on LUOGHI del LARIO e oltre …: … Era la gatta che guardava il fuoco che tu avevi messo nel tuo post. Ora sarà per sempre davanti al camino e anche tu e voi la custodirete nella memoria. Il suo corpo riposa nel campo, sotto il bamboo, che guarda il nostro orto, dove ogni…
L’asparago della pianura bolognese ha una lontana e consolidata tradizione. I documenti storici comprovanti l’origine, la commercializzazione e l’impiego culinario di questo prodotto risalgono al XIII secolo. Tuttavia, è solo ai primi anni del XX secolo che si fa risalire la produzione dell’asparago, quando alcuni agricoltori altedesi, di ritorno da un viaggio a Nantes, in Francia, ne iniziarono la coltivazione sulla base delle nozioni tecniche acquisite. Da allora iniziò la coltivazione intensiva degli asparagi, che dopo la Seconda guerra mondiale divenne tra le più praticate e diffuse nella zona.
Sempre in primavera. Gli asparagi vengono raccolti scavando fino a 25 cm nel suolo. La raccolta degli asparagi, nella maggior parte delle aziende viene eseguita manualmente, usando un punteggio (un attrezzo che taglia l’asparago alla base).
Dopo aver raccolto un asparago è opportuno riempire il buco lasciato e levigare la superficie del suolo così da riconoscere più facilmente altri germogli che spuntano, pronti per il raccolto.
L’Asparago Verde di Altedo IGP è un ortaggio allo stato fresco della specie Asparagus officinalis L. ottenuto dalle cultivar Precoce d’Argenteuil, Eros, Marte e Ringo; altre cultivar possono essere presenti negli impianti in una percentuale non superiore al 20%.
La Tipu Sultan Merkez è la scuola di terra cruda a Jar Maulwi in Pakistan progettata dallo studio berlinese ZRS che ha ricevuto la medaglia d’oro per i prestigiosi Holcim Awards nella regione Asia-Pacifico. Il primo livello dell’edificio di due piani è realizzato con unamistura di argilla, sabbia e una copiosa quantità di paglia lunga, una tecnica alla quale spesso ci si riferisce con il termine inglese “cob”. Tale tecnica è particolarmente indicata nei climi umidi, dove l’asciugatura dei blocchi di fango sarebbe difficile. L’Inghilterra e il Galles possiedono i migliori esempi di strutture realizzate in terra cruda, che vengono utilizzate da quasi cinque secoli.
L’APPLICAZIONE DELLA TECNICA
Si formano dei blocchi a forma di pagnotta che vengono posti nel muro e poi “intessuti” tra loroper creare una massa consolidata. I blocchi in terra cruda richiedono una certa quantità di tempo di decantazione prima di poter applicare le file superiori, poiché all’innalzarsi del muro il suo stesso peso può deformare le file sottostanti, se non perfettamente essiccate. La quantità di blocchi che si possono utilizzare in un’unica sessione senza incorrere in tale deformazione è nota col nome di “lift” (= alzata). Ogni alzata deve essere lasciata ad essiccare un po’ prima che la fila successiva possa essere aggiunta. Il tempo necessario all’intero processo dipende dalla quantità d’umidità presente in ciascuna alzata e dalle condizioni meteorologiche prevalenti.
L’Associazione intende recuperare e rilanciare la cultura della Terra cruda e diffondere i valori del modello di vita e di organizzazione sociale ed economica proprio dei territori che a questa cultura appartengono. Promuovere lo sviluppo sostenibile – non solo in campo edilizio – in grado di qualificare i sistemi insediativi con la conservazione dei caratteri del territorio e nel rispetto degli equilibri eco sistemici, attraverso il recupero dei materiali, delle architetture e dei paesaggi legati alla terra cruda.
Depurare l’acqua marina con l’energia solare, a costo zero e senza necessità di una grande opera di manutenzione dell’apparecchio. E’ la promessa che fa alle popolazioni dei Paesi sottosviluppati Eliodomestico, distillatore solare progettato dal designer italiano Gabriele Diamanti, tra le idee finaliste dell’edizione 2011 del premio Émile Hermès.
Il dispositivo, lanciato con licenza open source, funziona come una macchinetta del caffè. Di giorno viene riempito d’acqua ed esposto al sole. Grazie al calore accumulato la pressione nel contenitore aumenta ed il vapore risale. Il vapore ricade poi nel recipiente posizionato sul fondo sotto forma di goccioline prive di contaminanti.
Anche il materiale con cui è costruito il prototipo, finanziato dalla fondazione Èmile Hermès, è sostenibile. E’ realizzato infatti con plastica riciclata, terracotta e zinco anodizzato.
Eliodomestico costa 50 dollari, la metà dei distillatori solari attualmente in commercio. Permette di depurare fino a cinque litri d’acqua in rapporto ai tre litri medi che assicurano dispositivi simili.