Potatura e legatura della vite con i salici – Febbraio 2022

#Potatura e #legatura della #vite con i salici

Vite in campo

Legatura

legare le viti


Una volta terminata la potatura, corta o lunga che sia, è necessario ancorare la vite ai supporti dell’impianto (tutori, pali, fili) mediante opportune legature per evitare che il vento forte possa spezzare la pianta e per agevolare la vite nel mantenere la forma di allevamento scelta. È importante che la legatura sia quanto più possibile aderente al palo/tutore e che sia “dolce”, ovvero non troppo stretta (per evitare che la sfregatura possa danneggiare il legno) e senza strozzature. La legatura può essere effettuata con diversi materiali: plastica, rafia, biodegradabile ed altri. Per ovvii motivi ambientali, ma anche estetici, è preferibile utilizzare fili biodegradabili, al massimo la rafia, escludendo del tutto l’uso della plastica. Ma la scelta ecosostenibile per eccellenza è un’altra ed è rappresentata dal ramo di salice in quanto biologico e biodegradabile, ma anche sicuro in quanto, essendo vegetale, avvolge dolcemente la pianta senza provocarle danni di alcun tipo.

Il filare

La legatura

A novembre i contadini raccoglievano i rami rossi dei salici (i cosiddetti stropari) piantati lungo i fossi di drenaggio e la sera, dopo cena, ci si sedeva in casa e si faceva una cernita: da una parte la stropa, il corpo centrale del ramo, grosso e flessibile, dall’altra i stropeini, i rametti sottili che partivano dalla stropa. Successivamente si andava nel vigneto e si usavano i stropeini per legare i tralci della vite ai fili di ferro, mentre la stropa veniva impiegata per legare il fusto. La vite infatti è una pianta rampicante, e se non viene addomesticata cresce storta.

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La potatura e legatura Azienda Agricola Rinaldi Graziano


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"Il Matto delle Giuncaie"

“Il Matto delle Giuncaie” è un vino di grande pregio, ottenuto da uve sangiovese di un unico cru, che viene fatto maturare 12 mesi in piccole botti di rovere francese e poi affinato per almeno 3 mesi in bottiglia.

Vino Il Matto delle Giuncaie

La villa Medicea di Dianella risale alla fine del XVI secolo ed era utilizzata dai Medici come casino di caccia, da cui il nome Dianella, vezzeggiativo di Diana, dea della caccia.

La Fattoria di Dianella è situata in posizione panoramica sulle dolci colline di Vinci città Natale di Leonardo. Vinci fa parte del Montalbano, ad ovest di Firenze, una delle sottozone del Chianti DOCG dal 1932, menzionata già in un Bando Granducale del 1796 come zona ad alta vocazione vitivinicola caratterizzata da vini morbidi e dotati di profumi intensi.

La fattoria di Dianella ha una estensione di 90 ettari di cui 20 di vigneto, posti ad un altitudine di circa 150 metri s.l.m, su terreni collinari di origine calcarea di medio impasto, con esposizione sud, sud-ovest. La varietà maggiormente rappresentata è il Sangiovese a cui si uniscono il Canaiolo, il Colorino, la Malvasia del Chianti, il Merlot, il Cabernet Sauvignon ed in piccola parte il Trebbiano.




Scheda Tecnica, riconoscimenti e premi dal sitodell’azienda:

Uvaggio
100% sangiovese

Vino
Matto delle giuncaie 2003

Alcool
13,50 % vol

Acidità totale
5,20 ‰

Ubicazione Vigneto
Dianella: 100 m.s.l.m.; esposizione Sud

Sistema di allevamento
Cordone speronato

Densità viti per ettaro
5.000 piante

Vendemmia
Effettuata a mano dal 25 Settembre

Temperatura di fermentazione
32° C

Tempo di macerazione
20 giorni

Maturazione
12 mesi in piccoli fusti di rovere francese da 225 lt.

Imbottigliamento
Primavera

Formato
750 ml.

Note organolettiche
Colore: Rosso porpora quasi impenetrabile.
Naso: Spiccano note fumé, di tabacco e liquirizia, fuse con note di frutta rossa e nera e un sottofondo di vaniglia a completare la cornice.
Bocca: L’entrata è piena e vigorosa, sostenuta da una buona struttura e un tannino fitto e dolce che rende nel complesso il vino elegante e scorrevole. Si apprezzano sin da subito la lunghezza e la dolcezza del finale.
Considerazioni finali: Un vino che premierà chi saprà attendere.



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